Spedizione scientifica "Proyecto Bellamar 2012- news

Cueva grande de Santa Catalina
Cueva grande de Santa Catalina

Mentre i tre “svizzeri” mangiavano pizza all’aragosta in La Habana, causa ritardi nei voli aerei per Parigi, i due “italiani” sono stati costretti a spendere una notte nei pressi dell’aeroporto “Charles de Gaulle”. Fortunatamente Esteban aveva previsto un giorno a l’Habana per incontrare i vertici del museo di scienza naturale. L’incontro che si è svolto regolarmente ed ha portato ad una interessante discussione scientifica sulla genesi dei complessi carsici di Mantazas e delle sue concrezioni. Nel trasferimento a Matanzas, sotto una piogerellina tropicale, una foratura della moto di Esteban ha ulteriormente complicato i nostri spostamenti. Ma solo di poco perché una semplice foratura a Cuba si risolve in un oretta.

Finalmente siamo arrivati a Matanzas bene accolti nel Giardino Bellamar e pronti ad iniziare il fitto programma di ricerche scientifiche con Esteban e Osmanny.

Da buoni “scienziati” per prima cosa ci siamo riuniti per discutere i programma e gli obiettivi della spedizione. La buona birra Bucanero ha aiutato a lubrificare la discussione. 

Il giorno 15 abbiamo visitato la Cueva di Santa Catalina per capire meglio la genesi dei famosi “Funghi” e della cavità stessa. Già dalla prima visita abbiamo raccolto molte interessanti informazioni e osservazioni che per essere confermate, e trasformate in teorie, necessitano di altre visite e analisi più approfondite. Perciò quest’oggi siamo nuovamente diretti a Santa Catalina per visitare le parti più profonde e allagate della grotta. 

 

15-19 Dic 2012

 

Abbiamo dedicato i primi due giorni in Matanzas allo studio della Cueva di Santa Catalina e dei suoi famosi funghi. Le concrezioni, le forme geomorfologiche e le strutture incontrate hanno subito stimolato le discussioni e i nostri pensieri.

Ad una prima analisi i funghi non sembrano avere una genesi biotica ma mostrano delle strutture molto interessanti che probabilmente potrebbero rivelare molto della storia geologica di Santa Catalina e della zona di Matanzas.

Il giorno 17 Dicembre ci siamo recati nella Cueva Naufragio dove abbiamo avuto l’opportunità di osservare una grotta simile a Santa Catalina ma inondata. Questo ci ha dato l’opportunità di intuire come Santa Catalina doveva essere qualche centinaio di migliaia di anni fa. E’ stata anche individuata una nuova parte della grotta finora sconosciuto e molto promettente.

Abbiamo dedicato il giorno 18 Dicembre per campionare le terrazze marine attorno a Matanzas allo scopo di datarle. Inoltre abbiamo visitato la “galleria della spugna” nella cueva di Bellamar. Anche qui molto sarebbero le cose da studiare. Magari questa sarà un'altra storia.

Ora via, verso nuovi punti di domanda nella “cueva perdida” e “cueva Garibaldi”.

 

Rinfrancati da una deliziosa cenetta a base di aragosta ed un buon riposo, purtroppo interrotto dal canto a catena dei galli cubani, il giorno 19 Dicembre abbiamo continuato il lavoro di campionamento dei terrazzi marini nella zona della Cueva di Santa Catalina. Dal terrazzo più basso vicino al mare, dove abbondano i fossili di coralli e gasteropodi marini, fino a quelli più alti, ormai immersi nella fitta foresta cubana. Dopo un veloce pranzo alla Cueva Saturno abbiamo cercato la Cueva Perdida, e perduta era. Nada. Quindi alla Cueva dell’Agua, e bagnetto nel laghetto in cui è installato un impianto di pompaggio. Qualche bella foto al fico d’ingresso, maestoso, e ad un favo di api che ci ronzano attorno. “Dulcis in fungo”, dopo un cambio di guida speleologica cubana (Dott. Ortega), via alla Cueva Garibaldi. Raggiungiamo la Sala delle concrezioni subacquee in pochi minuti, non prima di aver fatto un incontro col “guardiano” dei pipistrelli, un bellissimo boa (o era un pitone?). Davvero indimenticabile. È arrivato già l’ultimo giorno di spedizione sul campo. Ci resta ancora un lavoretto da fare per dare una mano ai nostri amici cubani: localizzare un possibile ingresso artificiale al Jarrito utilizzando gli ARVA. In grotta vanno “Tomase”, “Ilenie” e “Joe”, con “Estebanne”; fuori con l’altro ARVA rimangono “Osmanne”, “Hile”, “Nicole” e “Stefanoe”. Che fatica arrivare a soltanto trecento metri dall’ingresso, ma che ricompensa ammirare i moltissimi paesaggi bianchi cristallini della “Blanca Victoria”. Il pavimento della grande sala, probabile accesso futuro alla grotta, si trova a circa 30 metri dalla superficie, almeno così ci dicono gli ARVA. Ora bisognerebbe fare un piccolo sondaggio nel punto individuato e sperare di centrare l’ambiente sotterraneo. Il lavoro è compiuto, gli amici Cubani sono contemporaneamente contenti (sia per i risultati ottenuti ma forse anche perchè finalmente si liberano di noi!), ma anche un po’ tristi. E un po’ lo siamo anche noi. Torniamo a festeggiare il Natale a casa, sottozero.